Tradizioni enologiche
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Santu Lussurgiu vanta un'antichissima tradizione enologica anche se attualmente la produzione soddisfa appena il fabbisogno delle famiglie.
I vigneti di Santu Lussurgiu, in prevalenza a ceppo basso, sono disposti al limitare dell'altopiano di Abbasanta verso est e quindi soleggiati durante tutto il giorno. L'origine vulcanica della terra e la conseguente ricchezza di sali minerali in essa disciolti, conferiscono eccezionali qualità alle produzioni.
Insomma, si tratta di veri e propri giardini dedicati a Bacco che gli anziani del paese sino a qualche tempo fa raggiungevano di mattino presto in groppa all'asino con l'orologio delle stagioni in testa e una filosofia della vita e del lavoro rispettosissimi della natura e dei suoi ritmi profondi.
A Santu Lussurgiu quasi tutte le abitazioni del centro storico dispongono di una cantina, spesso scavata nella roccia: un condizionatore naturale dove il vino stagiona in botti di castagno ed è spillato senza parsimonia e con orgoglio da su mere (il padrone) nella giornata di Santu Andria per il tradizionale assaggio del vino nuovo e, ripetutamente nel corso dell'anno, in magasinu, durante le interminabili discussioni tra amici.
Altra arte antichissima è la distillazione dell'acquavite, abbardente o filu 'e ferru (letteralmente filo di ferro ). Questo curioso nome ha origini dall'attività di distillazione clandestina del vino che a Santu Lussurgiu era molto diffusa.
Per tenere segreta questa attività, si nascondevano gli alambicchi sottoterra, segnando il punto esatto con il fil di ferro, per ritrovare in seguito l'attrezzatura!
Già dal secolo XVIII numerosi pregoni minacciavano sanzioni severissime per arginare e reprimere il fenomeno della distillazione clandestina, la quale veniva praticata particolarmente nei villaggi di Villacidro e Santu Lussurgiu ch' erano i principali centri distillatori, ai quali seguivano quelli di Laconi, Osilo, Sassari, Tempio, Bosa, Oristano, Cabras e altri minori.
L' acquavite, come lo stesso "pregone" dice, veniva «esitata all' ingrosso, e a botti veniva portata a Cagliari dove aveva largo consumo nella darsena, fra gli scaricatori, tra i contadini, carradori e rigattieri».
L'acquavite di Santu Lussurgiu è la più conosciuta e apprezzata dell'isola anche perché la tradizione si è avvalsa già dalla seconda metà dell' Ottocento delle tecniche raffinatissime introdotte dal Prof. Dott. Don Nicolò Meloni di Santulussurgiu, eminente studioso dell'agricoltura sarda, assistente del prof. Ottavi, appassionato bachicultore e allevatore di bestiame.
Nicolò Meloni si dedicava alla vinificazione con tecniche d' avanguardia a livello europeo, fu modificatore di un sistema di fermentazione dei vini e produttore del famoso «Cognac Sardegna» di cui riportiamo copia di una rara etichetta.
L'attività di Nicolò Meloni proseguì con il figlio Don Deodato Melonianch'egli memorabile per alcuni coraggiosi esperimenti quali la coltivazioni dei bachi da seta, la creazione di cantine razionali per la produzione del cognac.
Egli ha voluto, inoltre, legare il suo nome ad un opera benefica, donando al Comune una vasta tenuta per la creazione di una Scuola statale di qualificazione agraria, per l' educazione e l'istruzione dei giovani del luogo e dell' intera regione.
Purtroppo da tempo la scuola è stata trasferita e i locali, pur da poco ristrutturati, restano inutilizzati e nel più completo abbandono, in mano ai predatori!
In questi ultimi anni, la nomea dei lussurgesi come valenti distillatori si è confermata ed evoluta dal punto di vista tecnologico e di mercato con la nascita delle Distilerie Lussurgesi ad opera di un coraggioso imprenditore, giusto erede di una tradizione secolare e buon amico!...