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trotto1000Certamente non meno avvincenti del­le corse al galoppo, quelle al trotto hanno spesso, rispetto a queste, il vantaggio di poter essere più agevolmente se­guite dagli spettatori, in quanto la maggior parte degli ippodromi almeno in Europa ha piste che sviluppano dagli 800 ai 1000 me­tri.
Le formule di corsa ricalcano quelle del galoppo se si eccettuano le «corse di classe» che prevedono la partecipazione di cavalli in grado di trottare tutti sulla distanza stabili­ta a velocità che si equivalgono.
Le corse al trotto si svolgono in genere sui 1600 e sui 2000 metri ma esistono specie in Francia pro­ve sulla distanza dei 2400 metri e anche ol­tre.
Negli handicaps il vantaggio concesso dai concorrenti dotati di maggiori mezzi a quelli meno veloci non consiste, come nel ga­loppo, in un aggravio di peso, che non avreb­be alcun senso, ma in una penalità che si tra­duce in un aumento della distanza da per­correre che va da un minimo di 20 a un mas­simo di 100 e anche 120 metri.

L'attuale ten­denza dopo l'introduzione dell'autostart, che prevede l'allineamento dei cavalli dietro una macchina con due ali spiegate che si richiu­dono dopo la fase di lancio, è quella di ri­durre il numero degli handicaps per imper­niare i programmi su corse di classe nelle quali la partenza avviene ovviamente alla pa­ri.

Anche nelle corse al trotto esistono gare riservate ai Gentlemen e alle Amazzoni e molti sono in questa specialità i proprietari che allenano e guidano personalmente i pro­pri cavalli, anche in corse per professioni­sti.

In Francia, oltre alle tradizionali corse al trotto attaccato nelle quali il guidatore (driver) prende posto su di un «sediolo» leg­gerissimo (sulky) del peso di 15-25 kg, si ef­fettuano anche corse al trotto montato che sono altrettanto emozionanti e spettacolari.

Nelle corse al trotto il concorrente che pas­sa al galoppo (rottura) se non viene tratte­nuto, perdendo terreno nel tentativo di es­sere rimesso, viene squalificato per rottura prolungata, così come viene tolto dall'ordi­ne d'arrivo il cavallo che taglia il traguardo in rottura. Vengono inoltre squalificati i ca­valli che incorrono in andature irregolari quali l'ambio e il travalco.

Il pubblico ame­ricano manifesta la sua simpatia per le cor­se di ambiatori in quanto in questi cavalli non esiste praticamente la possibilità di rot­tura e tanto meno quella dell'andatura irre­golare. L'ambio è infatti un'andatura più ve­loce del trotto e si differenzia da questo per il fatto che il cavallo si muove per bipedi la­terali, sollevando cioè prima contempora­neamente l'anteriore e il posteriore di un la­to e poi quelli dell'altro, mentre nel trotto il movimento avviene per bipedi diagonali (prima l'anteriore di un lato e il posteriore del lato opposto e poi viceversa).

Anche i trottatori e gli ambiatori vengono domati verso i 18-20 mesi di età e dopo essere stati gradualmente abituati al filetto (farsi la boc­ca) e ai finimenti vengono attaccati prima al­la baracchina e al ghig (calessini d'allena­mento) e successivamente al sulky. Il debut­to in corsa avviene, come per i galoppatori, a due anni, ma la carriera dei trottatori è in genere più lunga e intensa.

In Italia esiste un limite di età per la partecipazione alle corse al trotto che è di 7 anni per le femmine e i castroni e di 10 anni per i maschi, mentre in altri paesi sono adottati criteri diversi o non esiste alcuna limitazione in tal senso.

Altra differenza fra le corse al trotto e quelle al galoppo consiste nel fatto che nel trotto l'al­lenatore e il guidatore sono rappresentati dalla stessa persona mentre nel galoppo, sal­vo eccezioni, l'allenatore e il fantino sono persone diverse. Le corse al trotto hanno origini molto più recenti rispetto a quelle al galoppo, anche se in Francia sembra si effettuassero sin dal 1600. Ma per avere una maggiore cer­tezza nelle date dobbiamo passare in Rus­sia, dove già nel 1775, prima ancora della creazione della razza Orlov (1778) si effet­tuavano corse al trotto.

In Italia le prime corse al trotto risalgono al 1808 e furono di­sputate a Padova al Prato della Valle con premi in denaro e medaglie per i vincitori. In queste corse al posto dell'attuale sulky venivano usate le «padovanelle» del peso di 300 kg, ridotto a 237 kg nel 1842 e a 113 kg nel 1869, anno in cui ebbero inizio le gesta del fantastico Vandalo (ro. 1862), che restò in attività fino all'età di 20 anni, partecipando a 226 corse di cui ne vinse 200. Fino al 1880 in Italia non vi fu un vero allevamento e le gare si effettuavano sulle strade di molte città e paesi ma nel periodo che seguì (dal 1881 al 1900) vi fu un'in­tensa importazione di soggetti di razza Or­lov e americani, specie per merito del Sena­tore Vincenzo Stefano Breda che dalla fat­trice Orlov Vertlawaya e dallo stallone ame­ricano Elwood Medium ottenne Conte Ros­so, vincitore nel 1885 del Derby austriaco e di quello di Berlino. Dopo la prima guerra mondiale il trotto italiano ebbe un notevole impulso prima grazie alla costruzione degli ippodromi di San Siro a Milano e di Villa Glori a Roma e successivamente all'impe­gno profuso dal Conte Paolo Orsi Mangelli, sia come allevatore che come titolare di scuderia.

In Francia le prime corse al trotto ufficiali risalgono al 1836 e si svolsero sulla pista del­l'ippodromo di Cherbourg, ma da allora a oggi lo sviluppo in questo settore dell'ippi­ca è stato impressionante, anche perché l'al­levamento del trottatore in Francia ha assun­to un aspetto particolare integrandosi alla perfezione con l'economia agricola di que­sto paese, specie in Normandia.

In America si correva su strada fin dagli inizi del 1800 ma la prima pista per corse ufficia­li si ebbe nel 1825 a Long Island. La prima corsa di cui si ha notizia in America fu di­sputata il 18 giugno 1806 a New Haven nel Connecticut e fu vinta da Janhey che trottò il miglio in 2'59"; ma questo fu un episodio isolato, perché fino al 1815 severe leggi proi­birono nella quasi totalità degli Stati del Nord le corse dei cavalli, in quanto conside­rate immorali. Solo dopo il 1815 le maglie della tolleranza si allargarono e nel 1830 que­ste leggi repressive furono definitivamente abolite. Cominciò così da quel momento la rapida ascesa del trotto americano che dal primo record sul miglio, stabilito nel 1845 dalla grigia Lady Soffolk, con il tempo di 2'29"1/2 (1'33"9 al km), a oggi ha compiuto progressi a quei tempi inimmaginabili.

Ultimo aggiornamento ( Giovedì 26 Maggio 2011 07:58 )