
L'ardia è in generale una corsa forsennata attorno ad una chiesa da parte di cavalieri che portano gli stendardi con l'effigie del santo festeggiato. Questa è la più famosa: se ne corrono però molte in altri paesi della Sardegna, dove il cavallo è stato fino a pochi anni fa il miglior sostegno e compagno del pastore.
Che a Sedilo l'amore per il cavallo sia molto vivo è testimoniato da una curiosa usanza: il sacerdote che sarà parroco deve saper cavalcare.

Il suo culto, diffuso anche in Sicilia e Calabria, è sicuramente un retaggio della dominazione di Bisan- zio, dove Costantino era considerato isapostolos, cioè uguale ad un apostolo.

La designazione del capocorsa viene annotata in un antico registro, custodito nella casa parrocchiale: si tratta di solito di qualcuno che vuol sciogliere un voto, come quel possidente di Scanu Montiferru, rapito dai saraceni e liberato prodigiosamente da Santu Antine, che in suo onore avrebbe fatto costruire il santuario.
Secondo altre fonti, S'Ardia avrebbe ancora un significato di guardia, ma questa volta penitenziale: è un fatto che prima di entrare nel tempio di Costantino i devoti gli girano intorno chiedendo perdono per i propri peccati e con rituali analoghi si fa penitenza anche in altri luoghi sardi, attorno alle chiese dei santi patroni.
II mattino successivo si svolge l'ardia a piedi, che coinvolge i ragazzi del paese: mancano in questo caso la folla e i cavalli, ma permane la suggestione di questa particolare manifestazione di fede e folclore, radicata nei secoli.