Nei dintorni di Sedilo, presso la chiesa di San Costantino, uno dei santuari più venerati e famosi dell'isola, posto su un suggestivo poggio in vista del lago Omodeo si corre il 6 e il 7 luglio l'Ardia.
L'ardia è in generale una corsa forsennata attorno ad una chiesa da parte di cavalieri che portano gli stendardi con l'effigie del santo festeggiato. Questa è la più famosa: se ne corrono però molte in altri paesi della Sardegna, dove il cavallo è stato fino a pochi anni fa il miglior sostegno e compagno del pastore.
Che a Sedilo l'amore per il cavallo sia molto vivo è testimoniato da una curiosa usanza: il sacerdote che sarà parroco deve saper cavalcare.
Il significato letterale della parola ardia è "guardia", nel senso di protezione: i cavalieri rappresentano la guardia imperiale di Costantino. Infatti San Costantino, invocato in sardo come Santu Antinu, altri non è che l'imperatore Costantino, che dichiarò il cristianesimo religione dell'impero, ma che non venne mai innalzato dalla chiesa all'onore degli altari.
Il suo culto, diffuso anche in Sicilia e Calabria, è sicuramente un retaggio della dominazione di Bisan- zio, dove Costantino era considerato isapostolos, cioè uguale ad un apostolo.
Dunque il capo corsa, detto sa pandela madzore (cioè "lo stendardo maggiore"), protetto dalla seconda pandela e dalla terza pandela, ha il compito di correre più veloce del nugolo di cavalieri che, inseguendo le tre pandele, cercano di superarle lanciandosi in una corsa pericolosissima, attraverso le strette stradine del santuario, rigurgitanti di folla: in tal modo viene simboleggiata la protezione dovuta allo stendardo del santo.
La designazione del capocorsa viene annotata in un antico registro, custodito nella casa parrocchiale: si tratta di solito di qualcuno che vuol sciogliere un voto, come quel possidente di Scanu Montiferru, rapito dai saraceni e liberato prodigiosamente da Santu Antine, che in suo onore avrebbe fatto costruire il santuario.
Secondo altre fonti, S'Ardia avrebbe ancora un significato di guardia, ma questa volta penitenziale: è un fatto che prima di entrare nel tempio di Costantino i devoti gli girano intorno chiedendo perdono per i propri peccati e con rituali analoghi si fa penitenza anche in altri luoghi sardi, attorno alle chiese dei santi patroni.
II mattino successivo si svolge l'ardia a piedi, che coinvolge i ragazzi del paese: mancano in questo caso la folla e i cavalli, ma permane la suggestione di questa particolare manifestazione di fede e folclore, radicata nei secoli.
L'ardia è in generale una corsa forsennata attorno ad una chiesa da parte di cavalieri che portano gli stendardi con l'effigie del santo festeggiato. Questa è la più famosa: se ne corrono però molte in altri paesi della Sardegna, dove il cavallo è stato fino a pochi anni fa il miglior sostegno e compagno del pastore.
Che a Sedilo l'amore per il cavallo sia molto vivo è testimoniato da una curiosa usanza: il sacerdote che sarà parroco deve saper cavalcare.
Il significato letterale della parola ardia è "guardia", nel senso di protezione: i cavalieri rappresentano la guardia imperiale di Costantino. Infatti San Costantino, invocato in sardo come Santu Antinu, altri non è che l'imperatore Costantino, che dichiarò il cristianesimo religione dell'impero, ma che non venne mai innalzato dalla chiesa all'onore degli altari.
Il suo culto, diffuso anche in Sicilia e Calabria, è sicuramente un retaggio della dominazione di Bisan- zio, dove Costantino era considerato isapostolos, cioè uguale ad un apostolo.
Dunque il capo corsa, detto sa pandela madzore (cioè "lo stendardo maggiore"), protetto dalla seconda pandela e dalla terza pandela, ha il compito di correre più veloce del nugolo di cavalieri che, inseguendo le tre pandele, cercano di superarle lanciandosi in una corsa pericolosissima, attraverso le strette stradine del santuario, rigurgitanti di folla: in tal modo viene simboleggiata la protezione dovuta allo stendardo del santo.
La designazione del capocorsa viene annotata in un antico registro, custodito nella casa parrocchiale: si tratta di solito di qualcuno che vuol sciogliere un voto, come quel possidente di Scanu Montiferru, rapito dai saraceni e liberato prodigiosamente da Santu Antine, che in suo onore avrebbe fatto costruire il santuario.
Secondo altre fonti, S'Ardia avrebbe ancora un significato di guardia, ma questa volta penitenziale: è un fatto che prima di entrare nel tempio di Costantino i devoti gli girano intorno chiedendo perdono per i propri peccati e con rituali analoghi si fa penitenza anche in altri luoghi sardi, attorno alle chiese dei santi patroni.
II mattino successivo si svolge l'ardia a piedi, che coinvolge i ragazzi del paese: mancano in questo caso la folla e i cavalli, ma permane la suggestione di questa particolare manifestazione di fede e folclore, radicata nei secoli.