Cavalli e Carnevale binomio storico e inscindibile a Oristano e Santu Lussurgiu che si presentano quest’anno all'appuntamento speranzose di un serio rilancio economico e turistico dell'intero territorio che tarda ad arrivare.
La Sartiglia
Lo spettacolo è tutto nelle mani dei protagonisti, cavalli e cavalieri che regaleranno forti emozioni nel triduo carnevalesco del 6, 7 e 8 marzo. I giochi sono fatti per i due Componidori, le semidivinità della corsa oristanese nominate il giorno della Candelora con la consegna del cero sacro.
Peppe Catapano rappresenterà il gremio dei contadini e Andrea Zucca quello dei falegnami. I due capicorsa guideranno i cavalieri mascherati a infilzare la stella, l’agognato vessillo. Sa
remada de
su Componidori con
sa pippia de maiu (mazzo di viole) chiuderà la corsa benedicendo il pubblico, un rito propiziatorio per l'anno che tutti sperano prospero e sereno. Ma carnevale non è solamente la celebrazione del cavallo, che nei secoli ha assecondato fedelmente le gesta degli uomini, è anche la rappresentazione allegorica e gioiosa della vita. Virtù e vizi, dovere e piacere si fonderanno nella tre giorni carnevalesca, e il cerimoniale cortigiano e del numeroso pubblico presente avvolgerà lo spettacolo con un abito magico.
L’abilità nel cavalcare, la musica dei trombettieri e tamburini, le mani sapienti delle sarte nel cucire i costumi, le leccornie, la vernaccia del Campidano di Oristano sono lì a testimoniare la metafora della vita quotidiana.
Centoventi i sartiglianti che si sfideranno per entrare nella storia plurisecolare della
Sortija, i cui inizi risalgono al 1500, all’epoca degli Spagnoli.
Lunedì 7 marzo nuove generazioni avanzano: bambini oristanesi in maschera correranno
sa Sartigliedda e proveranno ad infilzare la stella lungo via Sassari.
Sa Carrela ‘e nanti
Più anarchica Sa Carrela ‘e nanti che racchiude in sé il fascino antico e misterioso delle origini. Non ha capicorsa, tutti i cavalieri partono ad armi pari, affiatati in pariglie di 2, 3 cavalieri, chi con il cavallo buono chi meno, ma tutti con la possibilità di cimentarsi nell’angusta Biadorru, la stretta e tortuosa via, palcoscenico della corsa.
I sessanta cavalieri lussurgesi, baldanzosi, fieri come i Sardi pelliti di ciceroniana memoria, metteranno a dura prova le loro straordinarie abilità lanciandosi al galoppo su superbi cavalli allevati in proprio.
Destrezza, cura del cavallo, assetto, misura ed eleganza saranno premiate al termine della manifestazione da un pubblico sempre particolarmente competente.
Entusiasmo e maschere carnevalesche faranno da contorno al brivido che percorrerà la schiena del numeroso pubblico sempre presente alle manifestazioni, una fiumana di persone lungo la strada che si apre improvvisamente alla partenza al galoppo delle pariglie a cavallo per richiudersi subito dopo e seguirne l'intera discesa. Pariglie mascherate accompagnate dal vociare del pubblico, e la simpatia e ilarità di Ambrogio, lo storico starter di Sa Carrela di Santu Lussurgiu, e poi i bambini festosi in maschera che lanciano coriandoli, insomma un vero spettacolo, denso di emozioni!
Sempre straordinaria infine, l’ospitalità lussurgese che va in scena nelle cantine di Santu Lussurgiu con dolci e binu nieddu!
Il brindisi e l’augurio “Ab atteros annos cun salude” ….”Deus cherzat”.
Sa Carrela ‘e nanti di Santu Lussurgiu è anche questo: la festa della comunità che per tre giorni all’anno ha licenza di fare follie.
Oristano e Santu Lussurgiu: domenica 6, lunedì 7 e martedì 8 marzo 2011