Qualsiasi persona fisica o società che intenda far correre sugli ippodromi riconosciuti cavalli di sua proprietà è tenuta a richiedere agli enti preposti apposita autorizzazione che consiste nella concessione dei colori. Tale autorizzazione può essere ottenuta sia sotto il proprio nome che sotto un nome assunto. Il nome assunto non può essere concesso a coloro i quali siano iscritti all'albo degli allibratori (bookmakers), ai loro soci e a chi abbia con essi rapporti di lavoro, ai titolari di agenzia ippica (con le medesime estensioni sopraindicate), agli allenatori e ai cavalieri professionisti. Tale limitazione è estesa ai parenti e affini di primo grado. Tutti questi soggetti sono dunque obbligati per motivi di pubblicità a far correre i loro cavalli sotto il proprio nome. Nella domanda relativa all'autorizzazione in questione devono essere indicati i colori prescelti per la giubba e per il berretto e la loro disposizione. Sia la combinazione dei colori che la loro disposizione dovranno nettamente diversificarsi dalle altre già registrate. Il proprietario in possesso dei colori di scuderia rilasciati in un qualsiasi Paese può far correre i propri cavalli anche all'estero, ma se la permanenza si prolunga oltre un certo periodo di tempo (30 giorni) è obbligato a richiedere l'autorizzazione anche alle autorità del paese ospitante. Alcune scuderie poi adottano per i loro cavalli stabilmente dislocati all'estero colori diversi da quelli impiegati in patria. Nella storia delle corse l'usanza di far indossare al cavaliere una giubba colorata risale a oltre duecento anni fa e fu dettata in Inghilterra dall'esigenza di mettere i giudici nella condizione di poter distinguere i vari concorrenti durante la gara. Inizialmente i colori usati erano i più comuni quali il rosso, il giallo, il bleu o il verde ma poteva accadere che in una stessa corsa più concorrenti indossassero giubbe dello stesso colore. Per questo motivo nel 1762 il Jockey Club decise di ufficializzare la cosa e di rendere obbligatoria l'adozione da parte dei proprietari di colori distintivi. Ma tale risoluzione divenne operante solo nel 1811 allorché il Racing Calendar pubblicò l'elenco dei colori con i nominativi dei proprietari cui corrispondevano. Nel passare in rassegna i colori più prestigiosi abbiamo voluto inserire anche quelli relativi a scuderie non più in attività ma che hanno contribuito in passato con la loro presenza a tenere vivo e movimentare l'interesse delle prove più importanti del calendario ippico. |
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