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Da tempo avevo in mente di scrivere un libro che si rivolgesse non solo al vasto pubblico degli appassionati, ma anche a coloro i quali si avvicinano per la prima volta all'affascinante mondo delle corse dei cavalli.
Il criterio seguito nell'impostazione è stato in primo luogo quello di trattare le varie specialità, senza tralasciarne alcuna: dal galoppo agli ostacoli, dalle corse per Quarter Horse al trotto e all'ambio, facendole tutte precedere da cenni storici e da una descrizione sulle origini delle razze impiegate. Per ciascuna specialità vengono poi passati in rassegna i soggetti più rappresentativi. Fra questi ve ne sono alcuni che si sono distinti per le loro prestigiose affermazioni in corsa, altri per aver contribuito in modo determinante allo sviluppo e al miglioramento della razza, altri ancora per essere stati l'uno e l'altro.

Solo per il Quarter Horse è stato illustrato un unico soggetto, il quale però per la sua grandezza rappresenta più che degnamente tutti gli altri. La parte riservata al galoppo è stata completata da alcune pagine dedicate ai colori di scuderia più famosi e agli ippodromi più importanti dei quattro continenti, nonché dagli albi d'oro della Triplice Corona inglese e di quella americana. Per quanto riguarda le corse a ostacoli, sono state trattate cinque delle più prestigiose competizioni, corredandole dei relativi albi d'oro dalla fondazione ai nostri giorni. Nella sezione riservata al trotto, la rassegna dei grandi cavalli non segue un ordine cronologico complessivo, in quanto sono presentati in quest'ordine prima i Trottatori Americani, poi gli ambiatori, quindi i Trottatori Francesi e infine i prodotti dell'allevamento tedesco. Anche per il trotto sono stati inseriti gli albi d'oro della più importante Classica statunitense (l'Hambletonian) e delle più prestigiose prove internazionali: una europea, il Prix d'Amérique, e l'altra americana, il Roosevelt International Trot (disputato fino al 1995).

Si è cercato di dare il massimo delle notizie che possono interessare, spaziando attraverso l'intero universo delle corse. Non è stata un'impresa facile, anche perché le contraddizioni e le lacune riscontrate nelle fonti d'informazione hanno creato non pochi problemi. A volte poi, le ricerche svolte hanno portato a conclusioni diverse da quelle dettate dalle argomentazioni scientifiche. È questo il caso di Tartar che nelle «Tavole» del Bobinski (che fanno testo) è riportato come baio, ma che in effetti essendo egli figlio di due sauri, non può essere stato che un sauro anch'esso per cui gli è stato attribuito questo mantello. Per quanto riguarda le corse al trotto, va precisato che il numero delle vittorie si riferisce alle singole prove disputate, per cui se una corsa si svolge in più prove queste sono state tutte conteggiate.
Fa eccezione in tal senso Peter the Great per il quale è stato preso in considerazione il solo risultato finale complessivo, in quanto ai suoi tempi le corse si svolgevano anche in sette heats. Sempre per il trotto va detto che i piazzamenti si riferiscono al 2° e 3° classificato per gli Stati Uniti, mentre per l'Europa comprendono anche il quarto; oltre questo posto all'arrivo, anche se previsto un premio in denaro, non ne è stato tenuto conto. Nel galoppo vengono usate alcune sigle per indicare il paese d'origine del cavallo e queste, per uniformità, sono state estese anche ai trottatori.

Nella scelta dei singoli soggetti è stato seguito un criterio strettamente personale in quanto, data la vastità dell'argomento, è stato giocoforza escludere alcuni cavalli, anche se grandi e meritevoli di particolare menzione.

L'AUTORE