Domenica, 28 Aprile 2024

16. - Lettera di fra Filippo da Rocca Contrada all’Arciconfraternita in cui riferisce della morte di fra Pietro e della sua disperazione. - Algeri 8 giugno 1585.

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Lettera di fra Filippo da Rocca Contrada all’Arciconfraternita in cui riferisce della morte di fra Pietro e della sua disperazione. - Algeri 8 giugno 1585.
(Mazzo G, fasc.4, ff.119-120. La lettura di questa e dell’altra lettera di fra Filippo è resa oltremodo difficile dalla oscura grafia dell’autore).
Molto Mag.ci Sig.ri Ill.ri
ancor che la buona memoria del nostro padre fra Pietro per alcuni giorni passati habbi ragguagliato a pieno alle SS.VV. Ill.me per via di Spagna sì sopra il male della peste, sì della morte di Don Lorenzo Visconte et del successo di Tunisi, sì anco sopr’il miracolo del glorioso S. Rocco che tuttavia si fa sentire, per tanto lassato da banda ogn’altra cosa, che le SS.VV. hanno potuto sapere, saperan- 110 ancora et li nostri prelati con le SS.VV. un grandiss.o loro dispiacere, et io quanto dolore et affanno habbi a scrivere la p.sente, come el bueno padre fra Pietro, venerdì di sera caschò infermo di peste, che fu l’ultimo di maggio, giovedì poi ben a buon ora sei del presente mese di maggio (!) rese il spirito a Deo. Fu accompagnato il corpo con la croce avante da me et dal’altro Capuccino schiavo con il sig.re Console di Francia col sig.re Borgal, nostro mercante, con alcuni gentil’huom. et franchi et schiavi, con tre religiosi che sono restati, el molti schiavi quali tutti hanno pianto la morte del padre amaramente, tutli dico portavano candele accese, et molte torcie presentate al glorioso S. Rocco, fattolo poi mettere in una casa honorata con boniss.a sepoltura, cosa che mai più in questa terra s’è fatta. Hora sig.ri miei ill.ri quanto danno ne causi una tanta perdita al Calliverio d’Algieri VV.SS. ben potranno considerarlo, et perchè questo buon padre mai abastanza potrà essere laudato, non di meno m’è parso bene se ne facci menzione ne mando la copia alle SS.VV. Ill.re accio si legga, et lo sappi chi lo vuole sapere, come era dotato di molte belle et sante vertù, in dove (?) si son fatti et adoperati tutti li remedii possibili sopra tal infettazione, li medici del Re sono venuti, si son fatte orationi molto ferventi con pianti e sospiri da dovere et con voti finalm.te non semo stati esauditi, ò che havemo addimandato con troppo affetto el senza orbine, ò che è stato meglio se ne vadi adesso, lasciando questo misero mondo, et se ne sia andato à meglior vita. Dunque sendo io restato solo non posso far non rammaricarmi; non mi posso continere, mi abborrisce il manggiare, et con tutta la mia solitudine, mi da pena ogni compagnia, et mi par haver piacere nelli sospiri •et lagrime, sia dunque laudato il sig.re, io sempre ho desiderato far la volontà di Dio, et de miei prelati et particolarmente in questo viaggio et al p.sente. Par Lene al Medico del Re el di molti nostri amorevoli ch’io non vada più a confessare li poveri schiavi apestati, per esser io stato col padre di et notte acciò sendo
io mezzo infetto, non caschi, per questo me ne starò in casa a confessare li poveri «chiavi sani; el padre avante che morisse, me disse che io avendo buona occasione «d’andare el partire per Marsiglia, saria bene, ch’io me intertenesse al nostro luo-
gho fin ch’io liavesse nova et resposta si dalle SS.VV. Ill.ri si dalli miei prelati; Li poveri schiavi non vorriano ch’io partisse, per molti respetti, digni et fondati sopra molte ragioni; con tutto questo mi sforzerò far la volontà di Dio, oltre ch’io* sempre piglierò il parere del sign. Borgal, il quale è un gentil homo molto da bene, si come sa il sign. Decano et ms. Ludovico. Il buon padre ha dato ordine che si curi (?) li poveri schiavi amalati et appestati il numero di quali cioè apesta-ti et convalescenti sarano cento in circa; saperanno le SS.VV. come s’aspetta il novo Re, et sopra di ciò il sign. Borgal ne scrive appieno al sign. Decano et à ms. Ludovico acciò sappino che possino conferire con le SS.VV. lll.me. Altro non so che me li dire se non che io restando qua cercharò far sempre la volontà di Dio et scoprire la volontà de miei prelati; del resto facci nostro Sig. Dio quale conservi in sua santiss.a gratia le SS.VV. lll.me et vivano contenti, d’Algieri il di.
8 di Giugno 1585.
D. VV.SS. Molto lll.me Humiliss.o fr.ello in Chro
fra Filippo dalla Rocca: Contrada Capuccino

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