La vigna è una tigna si dice dalle mie parti... ed è effettivamente così, soprattutto a Santu Lussurgiu, dove orgoglio, tenacia e amore per la natura e per il buon vino caratterizzano più che altrove questa parte di Sardegna!
Un impegno e una fatica che in determinati periodi dell'anno vanno ben oltre i pur faticosi lavori che spesso si è costretti a fare e mettono a dura prova la resistenza fisica e psicologica, (ti provan sos criccos, dicono a Santu Lussurgiu): i ceppi a volte sembrano non finire mai..., soprattutto a viticoltori dilettanti come me, poco avvezzi a lavori manuali continuativi...
La mia vigna è a qualche chilometro da Santu Lussurgiu sulla strada per Paulilatino in località "S'Arzola 'e sa mola". Un migliaio di ceppi ad alberello impiantati, dopo un ciclopico spietramento, circa 15 anni fa da mio suocero, da me e mio cognato. Mio suocero ne andava molto fiero, le uve innestate sono quelle tipiche della tradizione lussurgese: Passale nieddu, Nieddu proccu, Paloppo, Muristellu, Lacconalzu biancu, Muscatellu sardu, Bianca settima, Nieddu mannu, Zirone sardu, Zirone pascale e un paio di favolosi Moscato d'Amburgo e altri... Non sono ancora in grado di tradurre in italiano le specie viticole impiantate,
La vigna venne gravemente danneggiata dopo un paio d'anni dal suo impianto (oltre 250 ceppi tagliati a roncola) nel pieno del suo splendore produttivo per problemi legati allo sconfinamento del bestiame. Per mio suocero fu un colpo tremendo, non vi si recò più per almeno una decina di giorni, ma poi nonostante tutto continuò a portarla avanti (almeno ciò che della vigna era rimasto) sino a quando le forze glielo consentirono. Mattiniero, vi si recava a dorso d'asino e l'inseparabile "Demetrino" piccolo cane meticcio che lo seguiva e faceva vita comune con l'asino. In vigna eseguiva qualche lavoretto per poi proseguire nell'altra vigna - oliveto più a valle in località "Tiu Serra".
Nel 1997 la vigna è passata alle mie cure; e come mi capita quasi sempre per le nuove iniziative, l'entusiasmo e la voglia di fare era alle stelle. Un nuovo cancello, ricostruzione di muri a secco franati, pali e filo spinato di recinzione, delimitazione con grossi macigni di uno spazio da destinare ad altre colture, percorribilità con un motocarro dell'intero perimetro della vigna e poi grossi macigni di basalto riportati in superficie, spaccati in blocchi per realizzare una Pinnetta (l'antico rifugio dei pastori) che ha come fondamenta un vasto banco di rocce.
In questa ultima opera non ancora completata (e non so se potrà esserlo mai), non mi è possibile non ricordare gli operai che la iniziarono: Pietrino Pintus e Diego Serra entrambi purtroppo scomparsi. L'abilità di Pietrino Pintus nel lavorare il basalto era nota a santu Lussurgiu... un uomo piccolo di statura e esile di corporatura, ma in grado di muovere e posizionare con abilità straordinaria veri e propri macigni, forse perché erede diretto dell'antico popolo nuragico ....
Per quanto riguarda invece i 24 filari d'uva un debito di gratitudine sincera è per Demetrio Caratzu (prima potatura) e per Pasqualino Sechi entrambi di Santu Lussurgiu. Quest'ultimo ha condotto la vigna per i primi due tre anni, insegnandomi a programmare e temporizzare i lavori e ad effettuare tanti altri interventi indispensabili per la buona salute della vigna...
Debbo gratitudine anche a tanti altri amici che nel corso di questi anni sono intervenuti ad aiutarmi, soprattutto quando il carico di lavoro era troppo pesante per una sola persona; e tra questi mi piace citare: Giovanni Serra, Michelino Matta e ancora tanti altri... Gratitudine anche ai miei cognati Mario e Vanna e ai miei nipotini Marzio e Miriam con loro abbiamo fatto molte vendemmie!!!