Mercoledì, 16 Ottobre 2024

Ambiente

NATURALISTICI MONTIFERRU - SINIS

Monumento naturale Sa Roda Manna - Scano di Montiferro

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Il Monumento Naturale di "Sa Roda Manna” Scano di Montiferro

Il bosco di Sa Roda Manna è una delle stazioni forestali più belle ed interessanti non solo del Montiferru ma anche dell'intera Sardegna. È qui presente una formazione quasi pura di agrifoglio (ilex aquifolium), specie arborea che rappresenta una residua testimonianza delle epoche glaciali.
Qui a Sa Roda Manna gli agrifogli sono alti oltre i dieci metri e talmente fitti da lasciarsi attraversare solo da sottili lame di luce che danno al bosco un’atmosfera magica. La scarsa illuminazione non lascia crescere la vegetazione ed il sottobosco è povero di specie.
L' olostriu cosi viene denominato l'agrifoglio in lingua sarda - ha un fusto eretto ed una corteccia liscia di colore verde scuro. Fiorisce a maggio-giugno e fruttifica in agosto-settembre. Il bosco è il rifugiò naturale e sicuro per molti animali selvatici.
Qui è possibile osservare la rumorosa ghiandaia (Garrulus glandarius) o il volo rapido fra i rami dello sparviere (Acipiter nisus), i passaggi furtivi della martora (Martes martes) e del gatto selvatico (Felix lybica), specie entrambe assai schive e che prediligono alimentarsi durante la notte.
Sin dall'antichità l’agrifoglio era conosciuto anche per le proprietà febbrifughe e antireumatiche.
Le sue foglie si raccolgono in aprile - maggio prima della fioritura e contengono una sostanza denominata “ilicina”, con caratteristiche simili alla caffeina, responsabile dell’azione febbrifuga e tonica e venivano utilizzate in Sardegna per combattere febbri malariche. Attenzione invece a non mangiare le bacche: queste infatti sono fortemente purgative e possono dare nausea e vomito.
Dott. Sergio Cossu 

Sardegna - Cuglieri (Or) Olivastro millenario di "Sa Tanca Manna"

Di Stefano Sanna

Probabilmente ha visto guerre e carestie, ma ha conosciuto anche la grandezza e la maestosità della Cuglieri medioevale.Lui è sempre rimasto lì con il suo enorme tronco ben radicato sulla terra, sereno imperturbabile, a godere del panorama che da lassù generosamente si apre agli occhi del visitatore.

Cascata dei Mulini

percorso

 

ISTRAMPU DE SOS MÒLINOS

L'itinerario, in quasi tutto il suo sviluppo, si presenta ideale per una rilassante passeggiata familiare. Per la sua vicinanza ai paesi di Santu Lussurgiu e Bonarcado, la visita alla cascata di Sos molinos si rivela particolarmente adatta per completare una giornata, per impiegare in maniera salutare due o tre ore a disposizione.

La zona è particolarmente suggestiva per la presenza di ricca vegetazione ad alto fusto, per le straordinarie morfologie di origine vulcanica, per la presenza di angoli incantevoli dove sostare e per i numerosi reperti dell'archeologia industriale lussurgese da osservare.

Per giungere alla Cascata dei mulini, si percorre in direzione sud un tratto della S.P. 15 che collega Santu Lussurgiu a Bonàrcado. 

Già all'uscita del paese, si ammira un meraviglioso panorama: il vasto mantello di verde che ricopre la vallata dei mulini e che si perde all'orizzonte.   

Proseguendo lungo la provinciale, si giunge al Ponte di Sos Mòlinos. È un punto di osservazione privilegiato dove l'occhio e lo spirito si appagano dei colori e degli scenari che il Montiferru offre generoso in tutte le stagioni. 

Sulla destra, poco prima del ponte, un punto di preghiera dedicato alla Madonna di Bonacatu. Sotto il ponte, sempre sul lato destro, il vecchio mulino recentemente ristrutturato, ma ancora non agibile ai visitatori.
Proseguendo sempre verso Bonarcado, dopo una serie di tornanti, sulla sinistra, la piazzola panoramica dove è possibile parcheggiare e dalla quale parte il sentiero che conduce alla cascata.

Si scende lungo il ripido sentiero ed è necessario stare attenti per non scivolare. 

Sulla sinistra, un secondo antico mulino ad acqua recentemente ristrutturato come sarebbe opportuno fare coi  tanti mulini ad acqua disposti lungo la valle che dimostrano la fiorente attività economica di Santu Lussurgiu e Bonarcado nei secoli passati.

Il sole filtra appena tra la fitta vegetazione abbarbicata alle pareti del profondo crepaccio. Ci si rende conto che per aggiudicarsi un bel trofeo fotografico della cascata è assolutamente necessario programmare la discesa nel momento giusto della giornata: quando cioè il sole, verso l'ora di pranzo, è perpendicolare alla fenditura.

Dall'alto s'intravede a malapena la cascata, ma s'intende già lo scroscio dell'acqua che precipita.

cascata stefy1Dal greto del ruscello è possibile scegliere varie angolature per catturare alcuni bei trofei fotografici. Se poi la giornata è particolarmente calda e non vi sono occhi indiscreti, nulla vieta di trovare refrigerio nello specchio d'acqua ai piedi della cascata o procurarsi sotto di essa un salutare e piacevole idromassaggio!

Lo storico Felice Cherchi-Paba con molta enfasi così descrive la cascata: «… In una forra dantesca, come fauci spalancate di un mostruoso caimano, la cui dentatura è rappresentata da irti e puntuti picchi che tutt’intorno si ergono contro il ristretto squarcio di cielo, la Cascata dei Mulini empie di rombi e scrosci infernali l’orrido squarcio che le acque hanno aperto tra le viscere montane».¹

¹ CHERCHI PABA F., Santulussurgiu e S. Leonardo di Settefuentes, Cagliari, 1956, p. 3.

Gallerie fotografiche

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