Venerdì, 19 Aprile 2024

Ambiente

ARCHEOLOGICI - MARGHINE

Nuraghe Orasai - Birori*

Provincia - Nuoro Comune - Birori Località - Orosai
Posizione - IGM FogIio 206 I NO Macomer 40°16'17" - 3°38'25''
Quota - m 504 s.I.m.

Catasto - FogIio 3; MappaIe 681/682

Il monumento si trova nel mezzo di una serie di svincoli che interessano la SS Sassari-Cagliari e la SS Macomer-Nuoro.

Il nuraghe è un monotorre con scala e nicchia d’andito e camera marginata da due nicchie.

La torre, di pianta circolare (diam. m 10,65/10,12), si conserva per una altezza massima di m 4,40 con 7 filari, a NE, mentre quella minima è di m 3 a SO con 4 filari. L’opera muraria è costituita da blocchi poliedrici discretamente sbozzati e disposti con cura a filari orizzontali non sempre regolari.

L’ingresso, volto a SE, presenta luce trapezoidale (alt. m 1,70; largh. m 0,90/0,64) sormontato da un robusto e rifinito architrave (largh. m 0,84; spess. m 0,65).

Il corridoio retrostante (lungh. m. 4,25; alt. residua m 2,50) presenta la scala, a destra, e la nicchia di guardia a sinistra. Della copertura originaria si conservano ancora in situ tre lastroni di piattabanda, due dei quali in prossimità dell’ingresso alla camera (alt. m 2,48 s.r.).

La scala, contrariamente a quanto avviene più di frequente, si apre nella parete destra dell’andito ed è agibile fino allo svettamento della torre. Ha una larghezza iniziale di m 0,90 che va riducendosi a m 0,80 nella parte terminale; la porta, ostruita dal crollo, è alta m 2,75. La nicchia, coassiale alla scala, presenta pianta quadrangolare (m 1x0,90) e copertura a piattabanda (prof, m 1,10; largh. m 0,90).

La camera ha pianta circolare (m 3,15x3,10) e si conserva per una altezza di circa 4 metri: allo svettamento il diametro risulta di m 2,30x1,85. L’opera muraria è costituita da 10 filari di pietre aggettanti, di basalto e di medie dimensioni, disposte con una certa cura e con numerose zeppe di rincalzo. L’interno di questo vano è marginato da due nicchie di pianta subqua-drangolare che si aprono nella parete sinistra (prof. m 1,25; largh. m 0,80/2,20) e in quella destra (largh. ingresso m 0,90; largh. max. m 1,80; alt. ingresso con archi­trave m 2,48).

Bibliografia

Lamarmora 1840, p. 104; EEM 1922, p. 88; EIenco deI Comune; Taramelli 1935, p. 58-59, n. 46.; Melis 1967, p. 98, n. 6a; Moravetti 1985 fig. 3; Moravetti 1986, pp. 72-73, fig. 1, n. 3



* In: Alberto Moravetti, Ricerche archeologiche nel Marghine-Planargia. Il Marghine - Monumenti, Parte prima, Carlo Delfino rditore, Sassari 1998,  pp.290 - 291

Nuraghe Miuddu - Birori*

Provincia - Nuoro Comune - Birori Località - Miuddu
Posizione - IGM FogIio 206 I NO Macomer 40°16'04" - 3°37'35"
Quota - m 486 s.I.m.

Catasto - FogIio 4; MappaIe 12

Il monumento si trova sul versante meridionale della SS Macomer-Nuoro, all’altezza del km 90,60, a controllo di una via naturale e a dominio della piana di Birori, sulla linea di confine dei territori di Birori e Bortigali: a breve distanza, verso Est, la tomba di giganti omonima, e il Nuraghe Nuscadore a NO.
Si tratta di un nuraghe complesso, definito in pianta dopo recenti scavi (1995), costituito da una torre centrale racchiusa da un bastione con tre torri d’angolo sporgenti da due cortine rettilinee e da una terza curvilinea.
L’impianto trilobato misura m 31 lungo l’asse Nord-Sud e m 26,50 sull’asse Ovest-Est, mentre la cortina che unisce le torri A e B, a Ovest, misura m 11 e quella che raccorda le torri B e C, a SSE, risulta di m 11,40; la cortina curvilinea che invece raccorda le torri A e C - a Est - è data da un arco che sottende una corda di 18 metri.
L’altezza massima del bastione si registra a Ovest con m 5,30, mentre quella minima è di m 2,20 a Est con 4/5 filari. L’opera muraria appare costituita da blocchi di basalto, sbozzati e disposti a filari non sempre regolari.
La torre A, a Nord, ha pianta circolare (diam. m 7,20), così come la B (diam. m 7,30x6,40), a Ovest, e la C (diam. m 7,00) a Sud. L’accesso al bastione avveniva a Sud attraverso un ingresso architravato, ora soltanto individuato ma non ancora portato alla luce.
Il mastio, eccentrico verso la cortina orientale (distanza m 3,40), ha pianta circolare con un diametro di m 11 sul piano di svettamento, ove sbocca l’apertura della scala che rimane, almeno per ora, l’unica via di accesso all’interno della torre.
La scala, dopo un percorso di una decina di metri (largh. media m 1,00; alt. m 2,10), introduce nel corridoio d’ingresso che sembra presentare, nella parete contrapposta, la nicchia d’andito ingombra di pietrame. Non raggiungibile, invece, la porta d’ingresso della quale si intravede, fra il pietrame di crollo, il poderoso architrave con relativo spiraglio di scarico.
La camera, di pianta circolare (diam. m 5,00/5,30), conserva ancora intatta la suggestiva copertura a tholos (alt. m 7,20 s.r.) ed è marginata da tre nicchie disposte a croce (A,B,C). L’opera muraria è costruita con pietre di varia forma e dimensioni disposte a file irregolari con numerose zeppe di rincalzo.
La nicchia A, alla sinistra di chi entra, ha pianta vagamente poligonale (prof. m 2,50; largh. m 0,60/1,50; alt. m 2,75) e sezione ogivale; la nicchia B (prof, m 2,48; largh. m 1,07), centrale, attraverso un basso ingresso introduce in un corridoio curvilineo (lungh. m 9) che segue il profilo della camera; la nicchia C, a destra, è agibile per circa 5 metri prima dell’ostruzione dovuta al crollo, e presenta due vani contrapposto non pienamente definibili.
Nel piano pavimentale della camera, leggermente decentrato verso la nicchia C, un pozzo, già segnalato dal Taramelli “profondo e pericoloso, con acqua quasi perenne, non però d’estate”, analogo a quello presente nel Nuraghe Is Paras di Isili. L’apertura ha forma ellittica (m 0,70x1,10), mentre il pozzo si allarga “a bottiglia” sino a raggiungere un diametro di m 1,70, a m 1,76 di profondità attuale; la muratura è costituita da pietre di piccole dimensioni disposte a filari.
Occorrerà attendere l’indagine completa di questa torre per poterne comprendere l’architettura che sembra avere avuto non poche
ristrutturazioni nel tempo.Gli scavi di cui si è fatto cenno hanno consentito di portare alla luce un ampio antemurale, ben conservato nei quadranti Nord-Est-Sud ed invece appena accennato ad Ovest: presenta un tracciato rilevabile per una settantina di metri, uno spessore di m 2 ed una altezza massima residua di m 1,50/2,00 con 3 filari: la distanza di questa cinta muraria dal bastione è di m 6 a Nord, m 5,30 a Est e m 12 a Sud.
A Sud, inserita nel tracciato dell’antemurale, una capanna circolare (diam. est. m 9,10; diam. int. m 6,00; spess. m 1,40/1,60; alt. m 1,20) con ingresso (largh. m 1,20) volto a Nord.
Ad Est, a circa 13 metri dal profilo esterno dell’antemurale e ad un livello inferiore di m 7,50, si è liberato dalle macerie un tratto di muro rettilineo costruito con massi di grandi dimensioni e con al centro un ingresso indiziato da un robusto architrave. E’ possibile che si tratti di una struttura più antica rispetto al nuraghe sopra descritto, forse un protonuraghe che è stato sostituito da un edificio ben più complesso e funzionale. Soltanto la prosecuzione dell’indagine potrà chiarire questo ed altri problemi legati all’architettura di questo interessante monumento.
Il ritrovamento fra le macerie di numerosi mensoloni e conci finemente sagomati (ben 399) documentano che i filari superiori, così come avviene in quasi tutti i nuraghi, erano in opera isodoma.

Bibliografia
LAMARMORA 1840, p. 82 (Meaddu); MARTORELL Y PENA 1879, p. 185 (Menddu); CENTURIONE 1888, p. 103, fig. XXVIII, 3; Elenco del Comune; EEM 1922, p. 88 (Nieddu), p. 91 (Meuddu, attribuito a Bortigali); TARAMELLI 1935, p. 62, n. 57; MORAVET- TI 1985, fig. 10; SEQUI 1985, p. 50, n. 36; MORAVETTI 1986, pp. 72-73, fig. 1, n. 10; MORAVETTI 1989, p. 62, fig. 9a (ipotizzato come quadrilobato); ALBA 1995-96, pp. 465-467

* In: Alberto Moravetti, Ricerche archeologiche nel Marghine-Planargia. Il Marghine - Monumenti, Parte prima, Carlo Delfino rditore, Sassari 1998,  pp.299 - 305

Nuraghe Santa Barbara - Macomer

Come arrivare
Lungo la SS 131, all'altezza di Macomer, subito dopo il km 145 è ben visibile, sulla destra per chi giunge da Cagliari, l'area di sosta del monumento segnalata da cartelli turistici. La si raggiunge percorrendo in salita una stradina asfaltata; lasciare l'auto e proseguire a piedi per il viottolo che porta al nuraghe. 

Il contesto ambientale
Il nuraghe è situato su un ripiano basaltico, alle pendici del Monte Manai, in posizione dominante sulla piana di Abbasanta, nella regione del Marghine, nella Sardegna centro-settentrionale. 

Descrizione
L'edificio, uno dei più noti dell'isola, è di tipo complesso, costituito da una torre centrale e da un bastione quadrilobato con cortile a cielo aperto. 
Era difeso da un antemurale, rilevato dal generale Della Marmora, che attualmente risulta appena leggibile sul piano di campagna. 
Il bastione (altezza 8,80) include quattro torri raccordate da cortine murarie, a profilo concavo-convesso, costruite con blocchi di basalto appena sbozzati e disposti su corsi orizzontali. 
Si accede al bastione attraverso un ingresso quadrangolare orientato a SE che immette in un breve corridoio trapezoidale, di collegamento al cortile semiellittico. Sulle pareti di quest'ultimo si aprono gli ingressi della torre centrale e di quelle secondarie anteriori. 
La torre secondaria B, raggiungibile attraverso un breve andito strombato dotato di nicchia nella parete d. (restaurata in antico), presenta pianta circolare (diametro 3,30; altezza 3,20) e feritoia, in asse con l'ingresso e rialzata. 
Un ampio ingresso trapezoidale, sopraelevato rispetto al pavimento, si apre nella parete SO della camera ed immette in un piccolo ripiano con tre grandi nicchie-feritoie. Dal ripiano, girando a d., si diparte una scala, parallela alla cortina muraria di prospetto, che quasi all'altezza del cortile svolta a gomito e passa sopra l'andito che introduce nella torre B e quindi sul bastione. 
La torre C, di pianta circolare (4 x 4,10; altezza 5), accessibile direttamente dal cortile attraverso un ingresso architravato, mostra, a s., una nicchia-feritoia e tre stipetti e, a d., una seconda nicchia sopraelevata con funzione di stipetto. 
Il bastione include le torri D ed E, entrambe da scavare, ma quasi totalmente distrutte. 
La torre centrale A (diametro 9 allo svettamento; altezza 15) è costruita con blocchi lavorati con una certa cura e posti in opera a filari orizzontali regolari. 
L'ingresso, orientato a SE e sormontato da architrave con finestrino di scarico, introduce in un andito piattabandato sulle cui pareti sono aperte una nicchia (a s.) e la scala (a d.). 
La camera del piano terra, leggermente schiacciata in pianta (diametro 5,05 x 5,80; altezza m9,60) mostra tre nicchie disposte a croce. 
Il vano del primo piano, più regolare di quello del piano-terra, ha pianta circolare (diametro 3,50; altezza 4,80) priva di vani sussidiari e illuminata da un finestrone trapezoidale con architrave arcuato. 
Il profilo di una terza camera (diametro 3,10) si può ancora leggere allo svettamento della torre. 
Attorno al monumento, per un'ampia superficie, si conservano i resti dell'abitato, il cui uso è proseguito in età romana e altomedievale. 

Storia degli scavi

Rilevato dal Lamarmora (1860) e dal Mackenzie (1918), il nuraghe fu scavato tra il 1979 e il 1981. 

Bibliografia
A. Della Marmora, Voyage en Sardaigne ou description statistique, phisique et politique de cette ile avec des recherches sur ses productions naturelles et ses antiquités, II (Antiquités), Paris, A. Bertrand-Torino, J. Bocca, 1840, pp. 43, 82-84, 95, 97, 112, fig. 1-11, pl. XII; 
E. Pais, "La Sardegna prima del dominio romano. Studio storico archeologico", in Atti della Accademia nazionale dei Lincei, VII, CCLXXVIII, 1880-81, p. 281, tav. II, 8; 
A. Taramelli, "Foglio 205, Capo Mannu; Foglio 206, Macomer" in Edizione archeologica della carta d'Italia al 100.000, 48, Firenze, Istituto geografico militare, 1935, p. 59; 
G. Lilliu, I nuraghi. Torri preistoriche di Sardegna, Cagliari, La zattera, 1962, pp. 113-115; 
E. Contu, "L'architettura nuragica", in Ichnussa: la Sardegna dalle origini all'età classica, Milano, Scheiwiller, 1981, pp. 3-175; 
A. Moravetti, "Nota preliminare agli scavi del Nuraghe S. Barbara di Macomer", in Nuovo bullettino archeologico sardo, 3, 1986, pp. 49-113; 
A. Moravetti, Ricerche archeologiche nel Marghine-Planargia, 1, collana "Sardegna Archeologica. Studi e monumenti", Sassari, Carlo Delfino, 1998, pp. 101-107, figg. 156-162

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Fonte: http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=20798&v=2&c=2488&c1=2124&t=1 

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