Giovedì, 02 Maggio 2024
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Per intraprendere una escursione senza problemi, bisogna avere anche un equipaggiamento adeguato.


Pedule.

peduleÈ di certo una delle voci più importanti per chi pratica il Trekking. Il risultato di un'escursione è infatti determinato in buona parte dalle calzature.

Molti passi avanti sono stati atti negli ultimi anni anche in questo settore. Si è cercato soprattutto di realizzare una scarpa più leggera possibile senza perdere in robustezza e resistenza.

Di modelli ne sono stati inventati moltissimi, più o meno costosi e più o meno validi, che non ci è possibile esaminare in dettaglio. Come tomaia, si va dalla cordura al Gore - Tex ®, dalla più classica in cuoio alla più rivoluzionaria in plastica.

Importante è anche la suola, della quale esistono numerosi modelli, a partire da quelle tradizionali Vibram. L'importante comunque è che la suola abbia caratteristiche di aderenza su qualsiasi tipo di terreno. Nella parte posteriore della suola si sono inseriti "polimeri" e creati cuscinetti d'aria per attutire l'impatto del tacco al terreno, dissipando l'energia d'urto e riducendo i rischi di infiammazioni ai tendini, i carichi gravanti sull'anca e sulla schiena e l'affaticamento generale. Molte pedule adottano comodi plantari anatomici intercambiabili, igienici e asciugabili in tempi brevissimi.

Nelle pedule per il moderno escursionista, il vecchio scarpone da montagna non si ritrova più, neppure nei lacci. Comunque c'è chi lo preferisce, sostenendo che la scarpa deve essere "bella solida e pesante", altrimenti non è buona. E' un convincimento sbagliato, o perlomeno molto relativo. Se lo scarpone da 1,5 chilogrammi va bene in alta quota, su neve e ghiaioni, è da ritenersi inutile e controproducente sui tranquilli sentieri delle nostre montagne. Una pedula da 600 grammi che avvolge la caviglia e magari consente una discreta traspirazione è molto più adatta. Il peso portato in più sul piede, alla lunga è molto dannoso per le gambe a livello tendineo - muscolare. Un recente studio ha stabilito addirittura che un etto portato in più sul piede (e quindi di scarpa), corrisponde a mezzo chilo nello zaino; e ciò perché il peso dello zaino è distribuito su tutto il corpo, mentre quello della scarpa grava solamente sulle gambe.

Esiste la pedula giusta per ogni situazione: se si cammina in climi caldi o a quote basse è d'obbligo preferire modelli traspiranti, che permettono cioè di far uscire il sudore e di far espirare bene il piede, altrimenti arrivano arrossamenti e vesciche.

Se si affronta l'alta montagna con problemi di neve è meglio scegliere modelli più impermeabili. Esistono comunque dei validi compromessi.

Nelle lunghe traversate occorrono due paia di scarpe: oltre alle pedule tecniche, ci vuole una scarpa più leggera, da jogging, da usare nei tratti più facili, sterrati o asfaltati, o come da riposo alla sera.

Vanno scelte con cura anche le calze: ideali sono quelle a imbottitura differenziata studiate per l'escursionismo. I risultati migliori infatti si ottengono usando una pedula giusta con la calza giusta (vedi la voce "Calza").

Consigli utili per la manutenzione delle pedule

  • non fare asciugare le scarpe a diretto contatto con fonti di calore, ma in maniera naturale;
  • per pulire la tomaia da fango e terriccio, usare una spazzola sufficientemente dura, e compiere l'operazione quando la scarpa è asciutta;
  • quando è necessario aumentare l'impermeabilità, spruzzare del silicone sulle cuciture della tomaia;
  • applicare grassi specifici solo su modelli in pellame;
  • nel riporre le scarpe è opportuno riempirle con delle palle di carta ed allacciarle fino ai ganci superiori

Un'ultima considerazione: mai partire per un trekking con le scarpe nuove. Pur garantendo una adattabilità, le moderne pedule vanno usate un po' per adattarle al piede e intervenire su eventuali arrossamenti con il classico ed intramontabile cerotto.


Zaino.

Dopo le scarpe è lo zaino il protagonista delle nostre escursioni, la nostra "casa viaggiante" che deve servire nel modo più funzionale.

Le Ditte specializzate ne producono di ogni genere, per tutti i gusti e le tasche. Il materiale usato in genere è una tela robusta, una cordura ben resistente agli strappi. Le tinte possono essere vistose o mimetiche. Quelle vistose sono preferibili: perché spaventano gli animali e perché è più facile essere avvisati in caso di necessità.

Sono da preferire i modelli semplici, leggeri, con dorso anatomico ben imbottito, spallacci che non bloccano i movimenti delle braccia e magari dotati di asola poggiamani, con comode tasche esterne e fascia in vita larga e imbottita nei modelli più capienti.

È importante scegliere la dimensione dello zaino prima della partenza: partire con lo zaino troppo grande per una gita di un giorno è inutile e alla lunga si rivela anche ingombrante e fastidioso. Viceversa cercare si far stare dentro un piccolo zaino materiale per una marcia di più giorni può creare problemi di organizzazione dello spazio (vedi oltre). Più utili si rivelano invece le tasche laterali (in una, ad esempio, si possono mettere le borracce), e il tascone posteriore in cui riporre le cose più fragili e si uso immediato (gli occhiali da sole, l'altimetro, ecc.).

Altrettanto funzionale è la separazione all'interno in due zone distinte: una superiore apribile dall'alto, una inferiore cui si accede mediante una cerniera lampo posteriore, per evitare di dover svuotare tutto lo zaino per raggiungere quanto abbiamo posto in fondo.

Un buon zaino, inoltre, deve essere dotato di una cucitura imbottita che consenta durante la marcia di agganciarlo alla vita così da distribuire il carico in maniera ottimale.


zainoCome organizzare lo zaino.

Oggi, dopo numerose "tappe", si è giunti alla conclusione che il maggior comfort nel trasporto a spalla si ha se lo schienale del sacco aderisce anatomicamente al dorso e se il carico è ben distribuito tra spalle, dorso e bacino, regolando adeguatamente l'altezza del cinturone.

Per camminare sicuri e ridurre lo sforzo e l'affaticamento, inoltre, è indispensabile che il carico sia equilibrato distribuendo razionalmente il carico all'interno dello zaino. Nel riporre gli oggetti, si dovrà tener conto dei loro pesi, dei tempi d'uso e della necessità di pronto impiego, della loro sensibilità, fragilità, all'umidità e agli urti, ed evitare che corpi duri e spigolosi si trovino a ridosso della schiena.

Dallo zaino non deve sporgere o ciondolare nulla per non impigliarsi ai rami nell'attraversamento di un bosco e per avere più equilibrio.

Nel caso non abbiate uno zaino a due scomparti, sul fondo mettete qualcosa di morbido e di uso non frequente come il piumino o l'abbigliamento di ricambio, i guanti, il capello se si prevede di non usarli.

Sopra questi, vicino allo schienale, potrete mettere il cibo e il necessario per l'igiene serale, mentre alla stessa altezza, non lontano dalla schiena, infilate altri capi di abbigliamento di uso più frequente come la giacca a vento e il maglione. Sopra a tutto questo va messo l'apparecchio fotografico (a meno che non lo portiate a tracolla o negli appositi marsupi per fotoapparecchiature).

Lo scomparto interno della patella è il posto ideale per documenti, cartine, guide, soldi; in quello esterno o nell'eventuale tasca posteriore potete mettere vari oggetti come un coltello multiuso, gli occhiali, la piccola farmacia, gli strumenti di orientamento, qualche bene di conforto per la marcia. Un consiglio: non caricate lo zaino oltre l'indispensabile. Durante un trek, infatti, molti oggetti e indumenti di cambio si potranno presto rilevare superflui e vi pentireste di non averli lasciati a casa.

I tessuti con i quali sono confezionati gli zaini, infine, non sono mai completamente impermeabili e se incappate in un periodo di maltempo rischiate di giungere al rifugio con indumenti di ricambio bagnati.

Per evitare l'inconveniente esistono delle mantelline di ricambio di naylon che ricoprono anche lo zaino.

Ma la soluzione più semplice ed economica è di infilare nello zaino, prima di caricarlo, un saccone di plastica e di riporre in esso tutti gli oggetti, oppure di mettere quanto volete tenere asciutto in sacchetti di plastica.


Cosa mettere nello zaino.

  • Giacca a vento o piumino, a seconda della stagione;
  • mantellina impermeabile;
  • maglione;
  • calze di ricambio;
  • macchina fotografica, binocolo;
  • altimetro, bussola;
  • block notes o quaderno, con penna e matita per appunti;
  • sacchetto di carta vuoto per i rifiuti (una volta riempito andrà gettato nel più vicino bidone;
  • piccolo pronto soccorso (disinfettante, cerotti medicati, garza, pomata per distorsioni, cotone emostatico, pomata per punture di insetti, succhiaveleno);
  • lente di ingrandimento;
  • coltellino multiuso;
  • borraccia;
  • crema per il sole;
  • colazione al sacco (panini o frutta, frutta secca, tavoletta energetica, formaggio Parmigiano).

La Guida al trekking è di Dolomite

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