Alberto Ferrero Della Marmora (1789 - 1863), ufficiale piemontese di ottima famiglia, arrivò per la prima volta in Sardegna nel 1819. Nell'Isola fu poi mandato in esilio in seguito ai moti del 1821; venne riammesso nell'esercito, ma tornò spesso in Sardegna come addetto allo Stato Maggiore del Viceré e, nel 1849, come luogotenente generale.
Per oltre quarant'anni La Marmora si dedicò con grande passione allo studio di ogni aspetto della civiltà sarda, di cui riferì nel Voyage en Sardaigne (Viaggio in Sardegna) del 1826 e nell'Itinéraire de l'île de Sardaigne (Itinerario dell'isola di Sardegna) del 1860. Curò inoltre la compilazione di una moderna, grande carta geografica dell'Isola (1845).
Nelle intenzioni del suo autore, il Voyage doveva essere composto da 4 parti: nel 1826 uscì dunque una prima parte dell'opera, ma La Marmora ne rimase insoddisfatto e curò una riedizione ampliata, suddivisa in due volumi. L'opera comprendeva una descrizione della geografia, popolazione, strutture amministrative, antropologia, economia, ma anche delle antichità, dalla preistoria all'età romana. La Marmora dovette rimandare la composizione della terza parte dell'opera a causa dei suoi impegni da ufficiale e della sua attività parlamentare al Senato. La terza parte del Viaggio uscì in due volumi nel 1857 (dopo la pubblicazione, avvenuta nel '45, della Carta dell'isola e del Regno di Sardegna). Per la stesura del secondo volume, La Marmora si avvalse dell'aiuto di collaboratori che curarono la geologia e la paleontologia dell'Isola. La quarta parte uscì nel 1860 in due volumi col titolo Itinerario dell'isola di Sardegna.
L'opera di La Marmora per l'accuratezza e la dovizia di particolari, fu considerata un punto di riferimento per tutti coloro che scrissero sulla Sardegna ed ancora oggi resta insuperata per la notevole mole di informazioni e anche perché ci permette di compiere un viaggio a ritroso nel tempo, alla scoperta di luoghi affascinanti che oggi appaiono profondamente modificati.
Sicuramente, la pubblicazione delle opere di Alberto La Marmora coincise con un momento di grande entusiasmo e di riscoperta delle terre selvagge ed esotiche, ma ciò che contribuì maggiormente alla fortuna dell'opera fu la decisione di pubblicarla in francese perché le consentì di diffondersi presso un maggior numero di lettori e studiosi. Particolare curioso: la scelta del francese era obbligata anche perché La Marmora, come molta parte della classe dirigente piemontese, non conosceva molto bene l'italiano. Il Viaggio in Sardegna fu tradotto prima parzialmente e poi per intero nel 1928.
Tratto da: AA.VV., Almanacco Scolastico della Sardegna - 2 , EdiSar srl., Cagliari 1994