Itinerari Naturalistici, Flora & Fauna
Il Parco degli Uccelli si estende per circa 20.000 mq al piedi della catena del Montiferru nel Comune di Scano Montiferro ad un'altitudine di 400 m. Il clima é molto favorevole; la vegetazione é composta da querce, perastri e lecci, per questo la zona é stata scelta per stabilirvi una collezione di animali esotici: oltre duecento esemplari di cui una buona parte pappagalli.
Lo scopo primncipale del Parco è quello della riproduzione di specie esotiche. È sembrato opportuno, inoltre, consentire ad un pubblico appassionato di ammirare esemplari nelle migliori condizioni possibili.
Sono state edificate grandi voliere di cui la più importante, di oltre 2000 mq. ospita gru, pavoni, ìbis sacri e marabù in grado di volare liberamente.
In altre voliere si possono ammirare gazze, fenicotteri e decine di pappagalli. Ampie vasche sono destinate a cigni bianchì, neri, oche di magellano, oche barrate indiane, casarche del paradiso.
Recinti ospitano daini, emù. asinelli sardi e cavallini della Giara.
Lo Stagno di Cabras è per estensione e per rilevanza della biodiversità
una delle più importanti aree umide della Sardegna. Situato nella parte
settentrionale del golfo di Oristano, è alimentato dal fiumiciattolo Riu
Sa Praia e comunica attraverso canali naturali e artificiali con il mar di Sardegna.
Assieme alle zone umide di Mistras, Pauli 'e Sali e con lo stagno di Sale 'e Porcus
forma un ecosistema palustre fra i più vasti d'Europa e protetto dalla
Convenzione di Ramsar. Il suo principale immissario è il riu di Mare Foghe.
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Santa Giusta si estende sulla sponda NE dell'omonimo stagno e può considerarsi prosecuzione della città di Oristano a cui si lega attraverso la periferia meridionale dell'abitato. Santa Giusta è erede dell'antica Òthoca fondata dai sardo-punici e divenuta città romana sulla strada che collegava Cagliari a Porto Torres.
Oltre lo stagno a Santa Giusta è d'obbligo visitare la cattedrale, «una grande costruzione romanica in conci d’arenaria, eretta nel 1135-45 come sede della diocesi omonima (soppressa nel 1503).
L’edificio, di forme fondamentalmente pisane, ma con influssi lombardi nella facciata e arabeggianti in alcune parti ornamentali, costituì il prototipo di una numerosa serie di chiese sarde.
Istrampu Sos mòlinos
ISTRAMPU DE SOS MÒLINOS
L'itinerario, in quasi tutto il suo sviluppo, si presenta ideale per una rilassante passeggiata familiare. Per la sua vicinanza al paese di Santu Lussurgiu si rivela particolarmente adatto per completare una giornata, per impiegare in maniera salutare due o tre ore a disposizione.
La zona è particolarmente suggestiva per la presenza di ricca vegetazione ad alto fusto, per le straordinarie morfologie di origine vulcanica, per la presenza di angoli incantevoli dove sostare e per i numerosi reperti dell'archeologia industriale lussurgese da osservare.
Per giungere alla Cascata dei mulini, si percorre in direzione sud un tratto della S.P. 15 che collega Santu Lussurgiu a Bonàrcado.
Già all'uscita del paese, si ammira un meraviglioso panorama: il vasto mantello di verde che ricopre la vallata dei mulini e che si perde all'orizzonte.
Proseguendo lungo la provinciale, si giunge al Ponte di Sos Mòlinos. È un punto di osservazione privilegiato dove l'occhio e lo spirito si appagano dei colori e degli scenari che il Montiferru offre generoso.
Sulla destra, poco prima del ponte, un punto di preghiera dedicato alla Madonna. Sotto il ponte, sempre sul lato destro, il vecchio mulino recentemente ristrutturato e reso funzionante, ma ancora non agibile ai visitatori.
Proseguendo sempre verso Bonarcado, dopo una serie di tornanti, sulla sinistra, la piazzola panoramica alla sinistra della quale il sentiero che conduce alla cascata.
Si scende lungo il ripido sentiero ed è necessario stare attenti per non scivolare.
Sulla sinistra, un secondo antico mulino ad acqua recentemente ristrutturato come sarebbe opportuno fare coi tanti mulini ad acqua disposti lungo la valle a riprova della fiorente attività economica del paese di Santu Lussurgiu nei secoli passati.
Il sole filtra appena tra la fitta vegetazione abbarbicata alle pareti del profondo crepaccio. Ci si rende conto che per aggiudicarsi un buon trofeo fotografico della cascata è assolutamente necessario programmare la discesa nel momento giusto della giornata: quando cioè il sole, verso l'ora di pranzo, è perpendicolare alla fenditura. Dall'alto s'intravede a malapena la cascata, ma s'intende già lo scroscio dell'acqua che precipita.
Dal greto del ruscello è possibile scegliere varie angolature per catturare alcuni bei trofei fotografici. Se poi la giornata è particolarmente calda e non vi sono occhi indiscreti, nulla vieta di trovare refrigerio nello specchio d'acqua ai piedi della cascata o procurarsi sotto di essa un salutare e piacevole idromassaggio!
Lo storico Felice Cherchi-Paba con molta enfasi così descrive la cascata: «… In una forra dantesca, come fauci spalancate di un mostruoso caimano, la cui dentatura è rappresentata da irti e puntuti picchi che tutt’intorno si ergono contro il ristretto squarcio di cielo, la Cascata dei Mulini empie di rombi e scrosci infernali l’orrido squarcio che le acque hanno aperto tra le viscere montane».¹
¹ CHERCHI PABA F., Santulussurgiu e S. Leonardo di Settefuentes, Cagliari, 1956, p. 3.
SINIS - MONTIFERRU - SUPRAMONTE
L'itinerario è stato percorso dal Gruppo Sciistico-Alpinistoco Edelweis di Milano nel 1993. Si è trattato di un esperienza straordinaria che oggi a distanza di oltre vent'anni riproponiamo con piacere.
SABATO. Arrivo a PORTO TORRES.
Trasferimento in pullman e visita alla BASILICA DI SACCARGIA (SS). Successivamente, proseguendo sulla Strada Statale 131 Carlo Felice si fa tappa alla REGGIA NURAGICA DI SANTU ANTINE (TORRALBA - SS).
Si raggiunge S. Caterina di Pitinuri per la sistemazione in albergo e il pranzo.
Nel pomeriggio: Visita della città fenicia di Tharros, della chiesa paleocristiana di S. Giovanni di Sinis, dell'ipogeo di S. Salvatore, delle località balneari della costa (S' Archittu, Putzu Idu, Su Pallosu). Cena. Briefing, pernottamento e prima colazione.
Un trekking a cavallo sul Montiferru in un territorio fortemente caratterizzato da eventi primordiali che ne hanno impresso in modo indelebile la morfologia e il paesaggio picchi, guglie, criniere di basalto, sorgenti purissime nascoste tra la vegetazione forte di querce, lecci, agrifogli che hanno vinto l'aridità della roccia ignea e dei ripetuti incendi degli uomini, conquistando per loro e le specie animali del bosco un humus soffice, carico di ricche sostanze nutritive.