Archeologia
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MONTE DI SANT'ANTONIO
Ripercorro la strada fino al bivio precedente e svolto a destra verso il Monte. Sulla sinistra un altro nuraghe diroccato con una grande quercia all'interno; proseguo e dopo qualche centinaio di metri trovo la località turistica "Su Cantareddu" e l'edificio ex Eca dove è accampato un gruppo di scout. Tiro dritto e al bivio per Sindia proseguo sulla strada di sinistra per giungere al Santuario.
La giornata è ideale per la visita, non c'è quasi nessuno. Anche qui lo spirito si appaga e la sacralità del luogo favorisce la meditazione. La chiesetta è chiusa, ma nel piazzale antistante e tutt'intorno non mancano i simboli della religiosità e della fede.
Aggiro la chiesetta sulla destra e in terra è deposta una gigantesca croce di legno verniciata di bianco e celeste che neppure il Gesù fatto uomo avrebbe avuto la forza di sollevare.
Di fronte un imponente banco di roccia basaltica e a circa un metro dal suolo una grotticella naturale (orribilmente tamponata sul lato destro con pietre e cemento), dove trova posto una statuina della Madonna del Divino Amore con fiori, lumicini e centinaia di rosari tutt'intorno. Più in alto una statua più grande, bianca, sempre della Madonna e alle sue spalle, proprio sulla sommità delle rocce, una croce di ferro abbattuta e ormai preda della ruggine.
Qualche anno fa i giornali riportarono la notizia di ripetute apparizioni della Madonna che si sarebbero verificate in questo luogo e migliaia di credenti e di curiosi accorsero, ma dopo qualche tempo lo scalpore scemò anche se le visite continuano ancora.Dalla sommità delle rocce mi sposto di masso in masso verso la statua di S.Antonio con bambino, posta dai Ferrovieri delle Complementari sarde di Macomèr nel 1982 e opera dello scultore Franco D'Aspro. Fanno da corona alla statua giovani lecci cespugliati che affondano le radici negli interstizi della roccia.
Al di sotto della statua del santo, l'altare realizzato dal sodalizio dei "Fedali" nel 1967. E' liscio, costruito in ardesia e stona parecchio sia con l'ambiente circostante dove è prevalente il basalto, sia con le due tozze e irregolari colonne in pietra di basalto poste ai lati ed anche con la pietra allungata che presenta tre incavi circolari, comunicanti che è situata anteriormente alla sua base.
Infine uno dei gradini realizzati ove possibile tra i grandi massi è stato recuperato da un antico architrave di trachite con il tipico rosone di foggia sarda in bassorilievo.
La festa in onore del santo, preceduta dalla novena e accompagnata da manifestazioni folcloristiche, si svolge ogni anno dal 12 al 14 giugno.
La visita è terminata: un ultimo sguardo al nuraghe oltre il piazzale della chiesetta e poi riprendo il viaggio di rientro verso Santu Lussurgiu.
Attraverso il bosco in direzione Macomèr e all'incrocio con la Provinciale per Scano Montiferro giro a sinistra per immettermi nuovamente sulla SP n. 20 alla volta di San Leonardo e Santu Lussurgiu.
All'arrivo il contachilometri che avevo azzerato alla partenza segna 42 km.
Umberto Guerra
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