Archeologia
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Terre del Vulcano
Sos corrlolos. I fuochi di S. Antonio a Neoneli
Simboli e fuochi ancestrali, maschere bestiali, amuleti contro iatture, occhio e malocchio, antidoti, danze propiziatorie, paganesimo primordiale, evocazioni esoteriche di forze buone, per rendere la Natura più generosa e feconda per il nuovo Anno.
Giovani, anziani e vecchi in un connubio che la tradizione rinnova di anno in anno da un tempo che si perde, lontanissimo...
Uomini forti, orgogliosi, avvezzi alla fatica, dallo sguardo sincero e donne di casa, esperte, sapienti e disponibili.
Ecco la comunità di Neoneli nella regione del Barigadu in Sardegna, uno dei paesi rivieraschi sul Lago Omodeo.
Un comune di circa settecento anime guidato con orgoglio da un giovane sindaco attento, volenteroso e con le idee chiare e una Comunità che vuole credere, crescere e continuare a sperare.
II fuoco purificatore brucia le negatività passate sulla parte sommitale del rogo. Interi tronchi di quercia, sughera, roverella, leccio, tagliati e trasportati nei giorni precedenti sulla piazza del paese dagli uomini; tronchi che addossati gli uni agli altri bruciano con fiamme guizzanti, multiformi, e braci ardenti che ricadono all’interno della pila diffondendo nell’aria scintille vivaci e profumi di essenze e natura.
Fuochi magici, ai quali la chiesa locale col suo parroco africano non si sottrae, anzi vi partecipa attivamente con la propria simbologia quasi a riconoscere, attualizzare e ufficializzare il naturalismo pagano del rito, aggiungendovi preghiere, benedizioni e incensi per evocare la divinità nel raccordo panteista della vita.
Riti ancestrali che si ripetono ogni anno per rinsaldare i vincoli di una comunità che spera un futuro migliore in questa parte di Sardegna che come il resto dell’isola vive drammaticamente questi nostri tempi nell’isolamento e l’abbandono.