Archeologia
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SANTU LUSSURGIU - NURAGHE PIRICCU
La partenza è fissata alle ore 8,30 dalla Scuola Media "Antonio Segni" di Santu Lussurgiu. All'uscita del paese, percorriamo un breve tratto della s.p. Santu Lussurgiu - Abbasanta, poi al bivio, sulla destra, quella per Paulilatino, recentemente sistemata.
Sull'asfalto numerosissimi bruchi annunciano pioggia, così ci ha detto un anziano signore; ma non c'importa, proseguiamo.
Quella che attraversiamo è la zona dove gli abitanti di Santu Lussurgiu coltivano con cura estrema la vite: veri e propri giardini dedicati a Bacco! Dopo qualche chilometro, sulla destra, imbocchiamo uno stretto sentiero che, delimitato da altri muri a secco e numerose cancellate, conduce a "Mura Puddighina".
Dall'esame delle carte fatto a scuola, sappiamo che il nostro itinerario attraversa una regione densamente popolata di nuraghi, sia sul lato destro che sul sinistro: Mura/Lavros, S'Adde' e S'Inferru, Matta Ittiri, Chentianu, Camputzola, Su Mullone, Mura Surzaga, Campu Iscudu, e tanti altri.
Si tratta per lo più di nuraghi di piccola mole, alcuni ancora in piedi, molti altri in rovina; per l'appassionato c'è proprio l'imbarazzo della scelta!
Ma la nostra meta è definita da tempo ed è forse la più interessante. Non ci attardiamo oltre e, percorso a fatica l'ultimo tratto del sentiero di M. Puddighina, ingombro di rovi e muri a secco crollati, dopo una curva, in lontananza sulla sinistra, scorgiamo l'imponente sagoma di Nuraghe Piricu.
Proseguendo sullo stesso sentiero e svoltando a destra, ci inoltriamo in regione Mura Maiore dove, poco distante, in località Baragontu, ci attende la megalitica costruzione.
A Nuraghe Piricu sostiamo per circa un ora, facciamo colazione e tante domande ai nostri accompagnatori sull'origine dei nuraghi e sulla questione tanto controversa del loro utilizzo da parte dell'antico popolo nuragico. Poi, zaino in spalla, di nuovo marcia verso il secondo tratto del nostro itinerario.