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Costumi di Santu Lussurgiu
Acquerello di N. Tiole

Prima dell'ingresso del paese, sempre all'ombra dei castagni, c'è una fontana pubblica con acqua ottima e abbondante; durante il giorno non manca mai d'animazione per la presenza di tante donne e di ragazze che continuamente vanno a riempire le brocche dalle belle forme antiche, che portano sulla testa con tanta più grazia in quanto esse stesse hanno visi interessanti, un'aggraziata figura e una certa aria disinvolta e decente che è loro propria. Il costume, del resto, è di una grande semplicità perché non portano, come le donne di molte altre parti dell'Isola, gonne di stoffa rossa o gialla. Le donne di Santulussurgiu sembrano sempre in lutto: le gonne a mille pieghe sono fatte con del furese nero, che tessono da sole2; portano in testa un grande fazzoletto blu legato sotto il mento. Questo costume è tipico degli abitanti del paese per cui li si riconosce da lontano a prima vista. Anche gli uomini sono vestiti di furese nero e inoltre indossano la best'e peddis, la famosa mastruca dei loro antenati Sardi Pelliti. Le gambe sono protette da ghette di cuoio naturale, senza dubbio a causa delle spine che abbondano nel territorio; quasi tutti hanno addosso una corda a più giri messa a tracolla. È una specie di lazo, arma terribile degli americani d'origine spagnola. I lussurgesi se ne servono con la stessa abilità ma solo per trattenere i cavalli e le bestie con corna, che allevano con particolare cura. Questa, del resto, è la loro professione abituale, che praticano molto più dell'agricoltura.


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