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Donna lussurgese con una stoffa di orbace

In questo paese si contano molte famiglie nobili; qualche anno fa vi conobbi una signora parigina sposata a un signore del posto, alla quale non ho mai mancato di far visita tutte le numerose volte che i miei lavori mi hanno condotto a Santulussurgiu.(3) 
Misurata alla porta della parrocchiale, l'altitudine è di 502 metri sul livello del mare; l'abitato è in una specie di depressione o di conca naturale attorno al quale sorgono diversi quartieri, che si guardano l'un l'altro, per così dire, e che sono formati da case allineate ad anfiteatro in modo tale che, quando ci si trovi per la prima volta in mezzo, si avrebbe quasi bisogno di una bussola per orientarsi.
I bordi della conca sono così alti e sembrano talmente uniti tra loro che non si sa più, quando ci si trova al centro del paese, da dove si sia entrati ne da dove si potrà uscire.
Ciò ha fatto dire che Santulussurgiu è costruito su un cratere vulcanico, cosa non del tutto esatta.
È vero che il paese sta ai bordi di una grande depressione in una montagna di origine ignea, ma l'infossamento è un immenso crepaccio aperto nello antico nucleo della montagna, piuttosto che un vero e proprio cratere dal quale sarebbe uscita la lava.
Il solo punto nel quale ho creduto di scorgere tracce della fuoriuscita di materia fluida si trova presso la cappella di San Giuseppe che domina il paese verso est; la presenza in quel luogo di scorie fresche basaltiche e la forma arrotondata della collina con la chiesa mi inducono a riconoscervi uno di quei poggi o coni "parassiti", che cingono in molti punti la base e i fianchi di questa montagna.
La materia basaltica deve essere uscita principalmente da lì, sia con vere e proprie colate di lava, sia in semplici frammenti di scorie che si sono accumulati attorno a una piccola apertura, attraverso la quale sono venuti alla luce dal seno della terra. È così che si sono parzialmente formate queste collinette arrotondate, quasi tutte doppie in cima o incavate su un lato, la cui forma si ripete in più punti con una tale rassomiglianza che si direbbero fatte tutte con lo stesso stampo. 

Non si può uscire da Santulussurgiu senza affrontare una salita; se si segue il corso d'acqua che bagna il paese, lo si vede scorrere, lungo un crepaccio, verso la pianura. Il cammino che costeggia il ruscello è pessimo, eppure è l'unico che consenta il passaggio di un carro. Esso conduce al villaggio di Bonarcado da cui ci si può recare a Milis e nel Campidano di Oristano. Da qualunque altra parte si voglia andare, uscendo da Santulussurgiu, bisogna sempre inerpicarsi per una salita ripidissima lungo una parete del grande crepaccio in cui si trova il paese. Per andare ad Abbasanta o a Paulilatino, bisogna raggiungere la cappella di San Giuseppe; la salita verso Cuglieri è più impegnativa perché bisogna giungere sulla cresta della montagna e ridiscendere poi lungo il versante occidentale. Se infine ci si voglia dirigere a nord, occorre anzitutto affrontare una salita piuttosto ripida nel paese stesso, poi seguire un cammino più o meno in piano, che conduce alla chiesa campestre di San Leonardo.


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