Mercoledì, 16 Ottobre 2024

DELLA MARMORA

Ladri di sale *

 

ponte intero copia«...Alla base orientale di capo Mannu e non lontano dall'isolotto del Peloso sorgono le vecchie saline; un po' più all'interno, si trovano due stagni salati detti Is Benas e Sal'e Porcu, ma si da loro anche il nome generico di Saline del Peloso.
Durante gli ultimi vent'anni del passato regime questi luoghi, soprattutto gli ultimi due, furono teatro di deplorevoli disordini la cui impunità continua a dare tristi frutti.
Dietro il pretesto, vero o falso, dell'eccessivo costo del sale di monopolio regio e della sua mancanza negli spacci dei paesi dell'interno, alcuni pastori e altri abitanti delle province montuose e centrali dell'Isola, ai quali il sale è necessario per la stagionatura del formaggio e del maiale, si misero d'accordo fra loro; concertarono di partire individualmente dal loro paese, percorrendo strade poco battute e fuori mano, e di arrivare in un momento prestabilito alle saline, dove la regia amministrazione faceva raccogliere il sale in mucchi sorvegliati appena da pochi addetti alle dogane.
Queste persone, quasi tutte armate e in gran numero, riempivano allora i sacchi di sale, a dispetto della guardia degli addetti, qualche volta con atti di violenza e persino spargimento di sangue; dopo aver caricato i cavalli, se ne tornavano a casa come quando ne erano partiti, e cioè disperdendosi e passando di notte nei paesi abitati e in quelli dove poteva esserci un presidio di forza pubblica.

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Alberto Ferrero La Marmora a Santu Lussurgiu

lamarmoraUscito dalla scuola militare di Fontainebleau col grado di sottotenente di fanteria (1807), militò dal 1809 nell'esercito del Regno Italico distinguendosi alla battaglia di Bautzen (1813). Entrato dopo la Restaurazione nell'esercito piemontese, durante la rivoluzione del marzo 1821 simpatizzò con gli insorti, per cui fu dispensato dal servizio attivo e confinato in Sardegna. Tornato in servizio, nel 1840 fu nominato generale e comandò la regia scuola di marina. Nel 1848 fu inviato a organizzare i volontari veneti e l'anno dopo fu nominato luogotenente generale e inviato in Sardegna in qualità di commissario straordinario.

Durante i suoi lunghi soggiorni in Sardegna il La Marmora elaborò un'interessante carta dell'isola alla scala 1: 250.000 (pubblicata nel 1845) e studiò a fondo l'isola nei suoi vari aspetti, consegnando i risultati delle sue osservazioni nel Viaggio in Sardegna dal 1819 al 1825, o Descrizione statistica, fisica e politica di questa isola (1826) e Itinerari dell'isola di Sardegna (1860), ambedue in francese.1

La Sardegna deve molte delle sue conoscenze al Generale Alberto Ferrero La Marmora. Le sue opere sono ancora pietre miliari per gli studi archeologici, geologici, etnografici, faunistici, botanici, artistici e ambientali della Sardegna. Egli fu uno dei grandi esploratori del secolo scorso che attraversò in largo e in lungo l’Isola studiandola in ogni suo aspetto e soprattutto amandola come e forse più degli stessi sardi.

Nel Montiferro, che egli chiama ripetutamente la grande montagna vulcanica, e a Santu Lussurgiu in particolare, egli sostò a più riprese, ospite spesso della moglie di Don Agostino Obino, 2 ma spesso anche delle notti stellate trascorse sulle cime dei monti lussurgesi per la sua grande triangolazione della Sardegna.

Ne riportiamo la serie:

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I PERSONAGGI DEL QUADRO (A03)

Terza di 5 parti dell'audiovisivo che analizza la grande tela di Pietro Ayres "La famiglia La Marmora"; attraverso un procedimento grafico i singoli personaggi vengono messi in evidenza e presentati in una narrazione che fa emergere accanto a quelle dei personaggi famosi anche le biografie delle donne di casa La Marmora.

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