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Categoria principale: AMBIENTE
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Categoria: FLORA
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Scritto da Alda Congera
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La vegetazione attuale del Montiferru si presenta come un mosaico di comunità vegetali di origine più o meno recente che si intersecano con altre di antica data.
Le comunità vegetali più recenti sono quelle relative agli impianti di conifere e latifoglie realizzati nel complesso forestale Pabarile dell'Azienda Foreste Demaniali della Sardegna.
Le comunità vegetali più antiche sono rappresentate dalle formazioni boschive primarie a leccie (Quercus ilex) che, scampate ai dissennati tagli che nel secolo scorso portarono in Sardegna alla eliminazione di circa 600.000 ettari di bosco, ancora sopravvivono in alcune valli impervie e inaccessibili del Montiferru.
Fino all'inizio dell'800 il massiccio del Montiferru era completamente coperto da una maestosa foresta che si estendeva fra Seneghe, Santu Lussurgiu, Macomer, Borore, Scano Montiferru, Cuglieri, per una superficie di oltre 10.000 ettari.
I lecci vi crescevano numerosissimi da millenni insieme alle altre querce caducifoglie come la Quercus pubescens e la Quercus congesta, insieme al tasso (Taxus baccata L.), all'agrifoglio (Ilex aquifolium L.), all'acero minòre (Acer monspessulanum L.), ricordo della vegetazione dell’Era Terziaria.
A metà del secolo scorso, il Generale Della Marmora, che esplorò più volte il Montiferru, riferisce che questa fittissima foresta primordiale era già scomparsa. Altri boschi da lui descritti scomparvero nel 1863 quando il governo Sabaudo ne autorizzò il taglio per realizzare traversine ferroviarie.
A queste prime utilizzazioni seguirono ancora tagli e incendi continuati sino ai nostri giorni. Delle formazioni boschive primari scampate ai tagli e agli incendi rimangono oggi solo pochi lembi nelle misteriose e impervie valli che si aprono ai fianchi del Montiferru che, dopo aver visto le sue selvagge e poderose foreste cedere il passo di fronte ai tagli e agli incendi, è diventato un solenne e silenzioso ambiente pastorale.
Questa premessa, necessaria e doverosa per chi non voglia commettere l'errore di sciogliere i nodi antichissimi che legano la natura alla storia e la cultura alla tradizione, non deve fare immaginare però che il Montiferru sia oggi poco interessante dal punto di vista botanico, perché proprio la presenza di numerosi elementi di rilevante interesse ha sollecitato l'inserimento delle foreste del Montiferru fra i biotipi di interesse vegetazionale da tutelare in Sardegna.
Certo, il gruppo delle sue cime principali (M. Urtigu, M. Entu, Rocca Sa Tiria) da Badde Urbara fino a Elighes Uttiosos è arido, sassoso, coperto di arbusti bassi: una gariga a timo, elicrisio, santolina, elleboro, ma scendendo verso il mare incontriamo le foreste di lecci, la vegetazione climax che si trova ormai solamente in aree molto ristrette.
Nel suo sottobosco crescono il pungitopo (Ruscus aculeatus), le violette (Viola alba), i ciclamini (Cyclamen repandum). Seguono le foreste miste di xerofile sempreverdi termoxerofile nei versanti settentrionale e occidentale del monte. Qui, assieme ai lecci, troviamo gli olivastri (Olea olea ster), il lentischio (Pistacia lentiscus), la quercia (Quercus congesta), il tasso (Taxus bacata), l'agrifoglio (Ilex aquifolium), il corbezzolo (Arbutus unedo) la fillirea (Phillyrea angustifolia), il caprifoglio (Tonicera implexa), la smilace (Smilax aspera) e le clematidi, con sottobosco di ciclamini, orchidee, ranuncoli, margheritine, ecc..
Si passa poi alle zone caratterizzate da formazioni arbustive alte di macchia mediterranea dominate da erica arborea e scoparia, biancospino (Crataegus monogyna), perastri, nelle quali sono ancora presenti i lecci. Arrivando al mare le specie arbustive sono meno sviluppate e verso la fine del nostro trekking gli aggruppamenti vegetali sono rappresentati da colonie pure di cisto marino (Cistus monspeliensis) fitte, a tratti miste coi cistus salvifolius, cistus incanus, lavandula stoechas, myrtus communis, varie ginestre ed euforbie.
Il numero di specie botaniche incontrate e fotografate durante il percorso è enorme perché la vegetazione del Montiferru varia e ricca. Alcune specie sono abbastanza comuni, altre meno note, non poche costituiscono degli endemismi con peculiarità che le differenziano sensibilmente dal resto della flora mediterranea. E questa vegetazione, osservata nel mese di maggio, proprio nel momento del suo massimo splendore, ha dato al nostro trekking un fascino incomparabile.
Abbiamo riconosciuto facilmente molte specie vegetali ma, a parte quelle più appariscenti, alcune sono state identificate e "classificate" più sicuramente con il loro nome lussurgese. E ci è piaciuto, una volta tanto, poter chiamare i nostri fiori e le nostre piante con i caratteristici nomi con cui sono da sempre chiamati nel Montiferru. La nostra ricerca infatti è stata anche quella di affiancare a ciascun nome latino il suo corrispondente lussurgese.